
L’Italia aderisce al Patto europeo sulla plastica, che pone obiettivi su riciclo e riuso da raggiungere entro il 2025.
Quindici paesi, tra cui l’Italia, hanno aderito al Patto europeo sulla plastica,presentato nel 2019 con l’intento di rendere più veloce la transizione verso una economia circolare.
Il patto, sottoscritto oltre che dalle nazioni anche da aziende e organizzazioni private, impegna i firmatari su quattro punti specifici:
- la progettazione circolare di prodotti e imballaggi in plastica atti ad essere riciclati e possibilmente riutilizzati;
- l’uso responsabile di tale materiale, tramite una promozione che miri a diminuire almeno del 20% la produzione di plastica vergine;
- il riciclo, con l’impegno incrementare raccolta e selezione delle plastiche in quantità sufficiente a soddisfare la domanda di plastiche riciclate;
- l’uso dei prodotti riciclati, con l’obiettivo che le aziende producano almeno il 30% dei loro prodotti ed imballaggi con plastiche riciclate.
Pensare politiche fiscali e di sensibilizzazione
Gli obiettivi fissati nel Patto sottintendono un impegno politico e economico da parte dei paesi sottoscrittori nell’investimento in infrastrutture di raccolta e riciclo, in strumenti fiscali di sostegno e campagne di sensibilizzazione.
L’adesione al Patto è su base volontaria, ma presuppone l’assunzione di impegni quantificabili e verificabili ogni anno. Spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa “L’Italia ha aderito perché siamo convinti che una tematica così complessa come quella legata alla plastica e il contrasto all’inquinamento prodotto necessitino di strumenti condivisi tra i paesi europei e tra i molteplici attori coinvolti nella gestione”. Il presidente di Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero della plastica Antonello Ciotti sottolinea l’importanza di sottoscrivere regole comuni per raggiungere i medesimi obiettivi: “Ogni azione su questo tema è benvenuta, ma il rischio è una giungla di disposizioni e richieste che cambiano da un paese all’altro”.
L’ideatrice del patto,la ministra dell’Ambiente olandese Stientje van Veldhoven, sostiene che “se vogliamo affrontare i cambiamenti climatici dobbiamo guardare, oltre all’energia, ai materiali e iniziare a trattare la plastica come materia prima preziosa e tenerla fuori dai nostri oceani”.
La politica aziendale di Power Energia per i propri Soci si muove in questa direzione: tra le nuove proposte legate alle iniziative c’è il progetto di sostituire il consumo di acqua in bottiglie di plastica con la dotazione di impianti allacciati alla rete idrica, che erogano acqua di alta qualità. L’obiettivo è duplice: migliorare il benessere dei lavoratori e abbattere il consumo di plastica usa e getta tramite l’utilizzo di borracce in tritan riutilizzabili.