
I ministri e i rappresentanti di 35 Paesi del mondo si sono incontrati il 20 e il 21 giugno 2018 a Bruxelles per la seconda Ministeriale sul clima convocata da Ue, Canada e Cina: MoCA, Ministerial on Climate Action. Con questa seconda ministeriale è stato fatto il punto sul programma di lavoro dell’Accordo di Parigi sulla lotta al cambiamento climatico.
A rappresentare l’Italia è stato il direttore generale del Ministero dell’ambiente per lo sviluppo sostenibile, Francesco La Camera.
MoCA 2018: il clima al centro del dibattito
Questo incontro è stato molto importante per la preparazione della Conferenza delle parti di Katovice, Cop24, in Polonia, previsto per dicembre di quest’anno. Al Cop24 saranno affrontate tutte quelle questioni chiave che riguardano il mantenimento dell’aumento medio della temperatura mondiale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali.

A dare il via ai lavori del MoCA è stato il responsabile del clima dell’UE, Miguel Arias Cañete, insieme a Catherine McKenna e Xie Zhenhua; rispettivamente ministro canadese per l’ambiente e cambiamento climatico, e rappresentante cinese per il cambiamento climatico. Oggetto di valutazione della Commissione sono stati i piani nazionali integrati per l’energia e il clima, con la conseguente formulazione di raccomandazioni e misure correttive per i processi che non sono stati ritenuti sufficienti.
I temi discussi in queste due giornate sono stati principalmente tre:
1. le norme che disciplinano l’accordo di Parigi,
2. i flussi di finanziamenti per il clima verso i paesi in via di sviluppo,
3. transizione dai combustibili fossili alle energie derivate da fonti rinnovabili.
Il primo giorno della riunione si è concentrato sui risultati attesi da parte della Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici COP24, prevista nella città di Katowice; COP24 è il nome informale che viene utilizzato per indicare la 24esima Conferenza delle parti della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Il secondo giorno, sono state affrontate le questioni principali relative all’Accordo di Parigi.
MoCA: miglioramento dell’impegno europeo

In modo particolare, dalla MoCA, è emerso che:
– 23 dei paesi presenti si sono impegnati ad esplorare obiettivi climatici più ambiziosi entro il 2020,
– Francia e Germania hanno concordato che la strategia europea della “neutralità delle emissioni di carbonio” entro il 2050 non è una semplice necessità ma anche un’opportunità economica,
– il primo ministro Angela Merkel ha affermato che la Germania si trova sulla strada giusta per raddoppiare entro il 2020, i finanziamenti pubblici per il clima, rispetto al 2014,
– secondo un ultimo rapporto, nel 2018 in India, la capacità del solare aumenterà del 72%,
– è stato fissato l’obbligo di risparmio energetico annuo allo 0,8% per il periodo 2021-2030.
Consumo energia rinnovabile: dal 27% al 32% per il 2030
In merito all’efficienza energetica, con l’intento di migliorare l’impegno europeo per il clima, come richiesto dall’Accordo di Parigi, il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europei hanno raggiunto un accordo sul consumo delle rinnovabili; tale accordo ha fissato al 2030 il consumo finale di energia coperto con fonti rinnovabili al 32% rispetto al precedente 27%. L’aver alzato il target di riferimento rappresenta un risultato importante; dato anche il fatto che non è lontano da quanto auspicato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Nella sua roadmap dell’aprile 2016, la Fondazione, aveva indicato come target minimo per le rinnovabili il 35% al 2030. Inoltre, sempre nel rispetto degli stessi obiettivi, al MoCA, sono stati definiti anche quelli che sono gli step a lungo termine da compiere. “Ciò permetterebbe all’Unione Europea di aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni dall’attuale 40% a poco più del 45% entro il 2030” – come ha ammesso il responsabile del clima dell’UE, Miguel Arias Cañete, all’apertura del MoCA.
La situazione italiana: bisogno di crescita
Stando ai dati del GSE, nel 2017 in Italia, la quota del consumo di energia soddisfatta con fonti rinnovabili è stata del 17,6%; più o meno la stessa cifra della media europea.
Dal 15,4% del 2012, dopo cinque anni, le rinnovabili hanno quindi subìto un aumento del 2,2%, con una crescita media annua dello 0,44% (17,6% – 15,4% = 2,2% con 2,2% : 5 = 0,44% ogni anno).
Il raggiungimento del 32% dipenderà dal consumo di energia al 2030, e quindi anche dalle politiche di risparmio e di efficienza energetica che verranno applicate. L’applicazione di tali politiche comporterà un maggiore impegno anche perché nel 2017, dopo anni di calo, i nostri consumi di energia sono tornati a crescere del 1,2%.
Per arrivare però al 32% previsto per il 2030, la percentuale dovrebbe aumentare del 14,4% in 12 anni (32% – 17,6% = 14,4%); il che comporterebbe una crescita media annua del 1,2%; quasi il triplo del valore annuo dei 5 anni analizzati in precedenza (1,2% : 0,44% = 2,72).
Il consumo in Mtep

Il 17,6% del 2017 corrisponde a un consumo di circa 21,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), di energia proveniente da fonti rinnovabili. Se l’obiettivo europeo di ridurre del 32,5% i consumi tendenziali di energia al 2030 venisse raggiunto, per tale data, è stato calcolato un consumo finale di energia intorno ai 100 Mtep.
A questo punto, il 32% interessato dal consumo di energia rinnovabile, corrisponderebbe a 32 Mtep: 10,3 Mtep in più rispetto al 2017. Dal 2012 al 2017 il consumo in Mtep è passato da 19,6 a 21,7 con una crescita annua di 0,42 Mtep; (21,7 – 19,6 = 2,1 con 2,1 : 5 = 0,42 Mtep all’anno).
Nel caso in cui le politiche di efficienza energetica avessero successo, per raggiungere l’obiettivo del 32%, la crescita media annua di produzione di energia da fonti rinnovabili dovrebbe raddoppiare. Il gap che separa il 2017 dal target di riferimento è interessato da 10,3 Mtep che corrispondono a 0,86 Mtep annue in 12 anni. Ciò significa che il valore andrebbe più che raddoppiato rispetto al precedente dato di 0,42 Mtep.
Una crescita importante che interessa tutte le fonti rinnovabili

L’aumento per il 2030 dovrà essere consistente e riguardare tutte le rinnovabili:
– elettricità: si dovrebbe passare dal 34% attuale a circa il 60% dei consumi coperto da rinnovabili;
– termico: la quota del rinnovabile da un attuale 19% dovrebbe oltrepassare il 30%;
– trasporti: si dovrebbe passare dal 7% a ben oltre il 20%.
Per il termico e per i trasporti tutto dipenderà dalle misure e dalle politiche che verranno attivate per le tecnologie disponibili. Gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli, dovrebbero trovare chiarimento nel Piano nazionale “Clima ed energia”, che verrà definito dal Governo entro il 2018; il Piano nazionale, passerà al vaglio della Commissione europea che eseguirà una valutazione di coerenza con l’obiettivo europeo di riduzione dei gas serra e con gli altri obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima.