Comunità Energetiche Rinnovabili ai blocchi di partenza: sono circa 15mila – secondo le valutazioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – le nuove comunità che potrebbero essere realizzate a livello di comuni nel nostro paese. L’alleanza tra cittadini, associazioni, piccole e medie imprese ed enti pubblici che si uniscono per produrre e condividere energia da fonte rinnovabile necessita però come “collante” di un interlocutore in grado di sciogliere e gestire alcuni nodi di carattere tecnico e amministrativo che permettano lo sviluppo di queste nuove forme di aggregazione, valorizzando le ricadute positive in termini ambientali, sociali e economici.

“La Comunità energetica oggi è un’opportunità”, afferma Cristian Golinelli, segretario generale di Confcooperative “Terre d’Emilia” e amministratore delegato di Power Energia. “Ma è un’opportunità che però non vale per tutti. Deve essere concepita partendo dal basso, dall’esigenza dello specifico territorio. E deve poter dare opportunità di risparmio dal punto di vista economico; ma anche opportunità di sviluppo di efficienza energetica. Questo vuol dire che per chi partecipa a queste comunità ci deve essere per prima cosa la possibilità di contribuire ad un benessere ambientale migliore, poi avere uno scopo sociale ed avere ovviamente anche un ritorno economico”.

L’augurio è che un compimento in tempi rapidi dell’iter normativo sulle Comunità energetiche possa finalmente dare concretezza a vantaggi e opportunità definiti dal modello preconizzato dalle direttive europee già nel 2018. “La Comunità energetica oggi è un argomento un po’ sulla bocca di tutti”, continua Golinelli. “Come tematica astratta è più una moda. Manca ancora un pezzo di normativa per poter definire fino in fondo quelle che possono essere le opportunità reali che generano le comunità. Ma in realtà sono un’occasione anche per rispondere ad alcune delle esigenze che oggi ci siamo trovati a vivere in questo contesto economico e sociale: una su tutte è quella dello sviluppo delle fonti rinnovabili. Sono anche utili, almeno a normativa attuale, a rispondere a un problema di povertà energetica. Ma è chiaro che la chiave fondamentale dello sviluppo delle CER è legato agli incentivi. È solo grazie agli incentivi che saranno sostenibili per lo meno in una fase di avviamento le nuove realtà di Comunità Energetiche”.

Power Energia, la più grande cooperativa di utenza d’Italia e società di sistema di Confcooperative per le tematiche energetiche, si propone come interlocutore strategico per lo sviluppo delle Comunità Energetiche. Questo posizionamento d’impresa nasce dalla condivisione di valori e obiettivi fondativi tra comunità e modello cooperativo, come sottolineato da Golinelli: “Comunità energetica e cooperazione sono praticamente due sinonimi. Fare cooperativa significa rispondere ai bisogni del territorio e delle persone, così come vogliono fare le comunità energetiche. Quindi c’è una similitudine dal punto di vista della mission che è eccezionale. Lo strumento cooperativo, poi, risponde a tutte quelle esigenze che anche la normativa mette in campo per quanto riguarda le comunità energetiche. Per cui posso dire: usate la formula ‘comunità energetica-uguale-cooperazione’ ”. In questo modo, Power Energia si propone di utilizzare il modello cooperativo per rispondere alle esigenze delle comunità energetiche e del territorio, seguendo la normativa e i valori fondamentali della cooperazione.

Video realizzato da: askanews.it