
AL POWERFULDAY 2022 POLITICI, ECONOMISTI E TECNICI PER TRACCIARE IL FUTURO ENERGETICO DEL PAESE
Crisi energetica e governance del settore sono stati al centro del Powerful Day 2022, l’appuntamento annuale della società cooperativa Power Energia che si è svolto a Roma, al Palazzo della Cooperazione, mercoledì 9 novembre. Illustre il parterre dei relatori. A introdurre i lavori è stato Alberto Cazzulani, presidente di Power Energia, con un intervento sul tema ‘La questione energetica tra contraddizioni e opportunità’. A seguire la relazione dell’economista Alberto Clò, direttore responsabile della rivista Energia, incentrata sulla tematica ‘Transizioni energetiche e possibili ricorsi della storia’. Sono poi intervenuti Luca Lo Schiavo, vicedirettore Infrastrutture, energia e unbunding di Arera, Pier Luigi Bersani, già ministro dell’Industria, commercio e artigianato, e Gianluca Galletti, già ministro dell’Ambiente. A trarre le conclusioni è stato Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative.
Tra gli argomenti trattati, gli interventi immediati per il caro bollette, ma anche la programmazione a lungo termine e la sostenibilità economica della transizione energetica. “Il confronto – spiega Cazzulani – è ruotato intorno ai temi dell’energia, ma con grande libertà di approccio e posizioni dei vari relatori non necessariamente allineate. A prescindere dalle posizioni personali, va riconosciuto che dietro a ogni affermazione c’è stato un ragionamento articolato che merita di essere ascoltato. Quello che tutti hanno evidenziato è la mancanza di contemporaneità tra obiettivi di lungo termine e azioni immediate. Alcuni dei relatori sono stati ministri che hanno legato il proprio nome a leggi che hanno fatto la storia del settore, sulle quali si può essere d’accordo o meno, ma che avevano alle spalle una visione e un progetto. Questa è la sfida che l’attuale classe politica deve raccogliere, tornare a dare una governance a un settore che negli ultimi anni nessuno ha saputo guidare. Se manca la capacità di governare i processi e di coordinarli è impossibile dare risposte”.
Come indicava il titolo del suo intervento, Clò ha fatto una disamina storica delle politiche energetiche degli ultimi decenni, sottolineando il fatto che la “questione energetica è innanzitutto una questione politica”. Invitando quindi alla “diversificazione delle fonti di approvvigionamento”, ha inoltre ricordato come Reagan già nei primi anni ’80 invitasse l’Europa a sganciarsi dal gas russo per non divenirne dipendente. Lo Schiavo ha, quindi, messo in allerta proprio sulla difficile situazione attuale del Paese dal punto di vista energetico. Bersani, sollecitato sul tema, ha spiegato come le misure di liberalizzazione dei mercati, anche di quello energetico, prese quando era ministro, fossero “un progetto di politica industriale” che aveva come obiettivo primario lo “sviluppo delle forze produttive, per mettere in campo nuovi investimenti e dare spazio alle nuove generazioni”. “L’energia non è una merce qualsiasi – ha poi affermato Bersani –. Richiede uno sguardo di sistema. Non c’è bisogno prettamente di una gestione pubblica, ma c’è bisogno di un pubblico che determini la governance di questo sistema e lo indirizzi. Il problema nostro è che negli ultimi anni non c’è stata una giusta governance della transizione”. Su quest’ultimo problema si è soffermato anche Galletti che ha dichiarato: “La transizione ecologica deve andare di pari passo con l’economia. Questi due settori non possono essere separati, anche perché se, per portare avanti la transizione ecologica, si dovesse andare verso quella che viene chiamata ‘decrescita felice’, che non esiste, sarebbe respinta dall’industria e dalla società. C’è quindi bisogno di una governance che calibri freno e frizione tra la transizione ecologica e l’economia che ha bisogno di adattarvisi”.
In conclusione Gardini ha indicato alle cooperative la strada delle energie rinnovabili, “settore tra quelli più affini a noi, anche come sistema valoriale. Dobbiamo produrre uno forzo sulle energie rinnovabili, dalle imprese alle comunità energetiche che per noi rappresentano un elemento imprescindibile di politica di Paese. Preferirei un Paese che incentiva una produzione diffusa di energia piuttosto che la concentri nelle mani del grande capitale. Noi siamo per la mutualizzazione, quindi, e per incentivare questo settore strategico”.